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Ambulatorio Veterinario Aleandri a Roma

  microchip gatto

In Italia, il microchip per il gatto non è obbligatorio; è però altamente consigliato, soprattutto se il gatto si allontana, anche saltuariamente, da casa. Questo dispositivo costituisce attualmente una delle misure più efficaci per tutelare il proprio gatto: in caso di furto o smarrimento, infatti, consente di rintracciare l'animale e di rivendicarne la proprietà. A tale scopo, il suo impianto viene associato ad un'altra procedura: l'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina.

Vediamo più in dettaglio in cosa consistono e come funzionano questi due importanti sistemi di sicurezza. 

- Inoculazione del microchip

È un'operazione semplice e veloce, che non richiede anestesia e che non causa al gatto alcun tipo di dolore o effetto collaterale. Il primo passo, quindi, consiste nel portare il micio da un veterinario abilitato (trovi l'elenco sul sito dell' A.N.M.V.I., ovvero l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), l'unico in grado di effettuare correttamente l'impianto. Durante l'intervento, il microchip viene inserito sottocute alla base del collo o fra le scapole. Questo dispositivo è molto piccolo, ed è realizzato in materiale biocompatibile e sicuro: per questo, il tuo peloso non ne avvertirà mai la presenza. In condizioni normali è inerte, e non emette alcun tipo di segnale o vibrazione; si attiva solo nel momento in cui viene sollecitato da un apposito strumento per la lettura del codice interno. Questo codice è univoco e contiene in forma cifrata tutti i riferimenti utili sul gatto e sul suo proprietario. Un gatto munito di microchip, quindi, può essere identificato in qualsiasi momento proprio attraverso la lettura di questo codice.

- Iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina

Come l'applicazione del microchip, anche questa procedura è su base volontaria e deve essere eseguita da un veterinario A.N.M.V.I. Solitamente, è lo stesso veterinario che ha effettuato l'impianto del dispositivo ad iscrivere il micio, riportando sul database nazionale dell'Anagrafe Felina tutti i dati relativi al gatto (numero di microchip, riferimenti identificativi del gatto, informazioni personali del proprietario). Dopo aver creato così la "scheda personale" del gatto, il veterinario rilascia al proprietario un attestato di avvenuta iscrizione. Da quel momento in poi, in caso di furto o smarrimento, basterà fare denuncia alle autorità e contattare il veterinario di competenza per segnalare il fatto in banca dati. Chi ritrova, invece, dovrà recarsi con il gatto presso i servizi veterinari ASL o presso un veterinario A.N.M.V.I. per la lettura del codice e il rintraccio del proprietario. 

Si comprende bene, alla luce di quanto detto sopra, l'importanza di comunicare tempestivamente qualsiasi variazione dei dati registrati in scheda (cambio di residenza o di numero telefonico, nuovo proprietario, decesso del gatto, ecc.). Tanto l'inoculazione del microchip quanto l'iscrizione all'Anagrafe Felina hanno un costo, variabile da veterinario a veterinario.

 

Foto di Mikel Gloss da Pixabay